martedì 31 marzo 2009

Brushwood. Il 7 Aprile, ricomincia il processo


La vicenda più inquietante e allo stesso tempo grottesca degli ultimi anni a Spoleto approda alla fase processuale.
Rinviati a giudizio per terrorismo e altri reati specifici, dopo aver subito una lunghissima e ingiusta carcerazione ( fino a 400 giorni, tanti sono stati quelli passati da Michele senza libertà ) i 4 ragazzi di Spoleto si trovano ad affrontare un processo fondato solo sul pregiudizio politico e sulla necessità di confermare un’ipotesi accusatoria, che il Comitato 23 Ottobre in questi mesi ha smontato punto per punto, a partire dalla grottesca accusa di terrorismo per ragazzi colpevoli, chi di niente, chi di aver fatto scritte sui muri, chi di una bravata che non richiede neanche la carcerazione preventiva, e che, alla faccia dell’associazione terrorista, neanche si conoscevano tra loro.
Abbiamo portato alla luce le contraddizioni incredibili presenti nell’impalcatura accusatoria, ricordiamo come esempio, che per l’incendio all’ecomostro che è stato interpretato come attentato, negli atti dell’accusa viene completamente rovesciato quello che è scritto nella relazione dei Vigili del Fuoco.
Le carte processuali sono piene di crepe e il processo si fonda su deduzioni prive di fondamento che sono meno che indizi.
L’Avvocato Marco Lucentini definì abnorme l’atto di rinvio a giudizio del GUP di Perugia, in quanto istruiva illegittimamente una sentenza di condanna.
Abbiamo confrontato e rese pubbliche in questi mesi sentenze su casi analoghi misurando un arbitrio giudiziario totale, fino al punto che accuse simili ( ma assai meno gravi erano le accuse specifiche nei confronti dei 4 giovani spoletini ) hanno condotto a sentenze opposte.
Abbiamo perciò registrato in questo anno e mezzo che non c’è nessuna certezza giudiziaria.
Il rischio perciò è che in queste condizioni possano prevalere gli interessi di parte di chi ha organizzato l’operazione Brushwood, a prescindere dalla verità, per colpire delle idee politiche.
Gli avvocati difensori faranno la loro parte fino in fondo e se c’è ancora un po’ di giustizia l’associazione terrorista svanirà così come era stata creata dalla fantasia dell’accusa.
Sarà bene però che il clima di mobilitazione che per mesi ha sostenuto la battaglia per la libertà di Michele, Andrea, Damiano e Dario, torni a farsi sentire, per non lasciare sola la verità.
E’ necessaria la stessa partecipazione che ha consentito che un intera città, Spoleto, abbia condannato da subito un’operazione repressiva verso 4 sui giovani figli, togliendogli qualsiasi credibilità.
Per chi vorrà esserci, l’appuntamento è per martedì 7 aprile, alla Corte di Assise di Terni.

COMITATO23OTTOBRE


lunedì 30 marzo 2009

Festival Sociale delle Culture Antifasciste

Dal 29 maggio al 2 giugno – Parco delle Caserme Rosse - Bologna


“L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo”. (Pier Paolo Pasolini, 1962)

Sono tempi difficili, e lo scenario odierno è assai peggiore di quello descritto da Pasolini. Ora che, con la crisi economica, il benessere va scemando, resta solo la stupidità, l’incultura, il perbenismo, l’arroganza, il grigiore di violenze e soprusi quotidiani. La marea dello “sviluppo” si ritira e lascia solo scorie e detriti.
In questo quadro, il neofascismo si manifesta con nuove forme, alcune evidenti, altre molto più subdole e mascherate, tutte aggressive e violente. Cerca di ricostruirsi una legittimità sociale, utilizzando immaginari e slogan dell’ideologia politico-istituzionale della “sicurezza” che semplifica, nasconde, mistifica, propaganda miti razzisti e istiga all’odio sociale.
L’incredibile aumento degli episodi di violenza in Italia nei confronti di attivisti politici, gay, lesbiche, trans, migranti, rom e sinti, senzatetto, mendicanti e di quanti appaiano “non allineati” sono solo la punta dell’iceberg di una diffusa cultura dell’intolleranza. Questi episodi trovano terreno fertile nel cortocircuito tra politica e società che fa dell’egoismo, dell’arroganza e della sopraffazione i nuovi valori culturali della “modernità”.
La reazione della società civile diventa più difficile e complessa e, certamente, molte delle forme note dell’attivismo e della contestazione antifascista risultano superate dall’evolversi del panorama sociale.
Diventa forte il bisogno di confrontare percorsi e condividere risorse e saperi con tutti coloro che sentono la necessita di opporsi ad una delle peggiori derive razziste, xenofobe e sessiste della politica e della società italiana. Portiamo nel cuore e nella mente l’impegno e il sacrificio di ieri dei nostri partigiani, i valori di giustizia sociale, di libertà ed eguaglianza che hanno animato la loro resistenza.
Da qui il desiderio di rispondere, con le armi della cultura e della critica, alla violenza predicata e praticata con le parole, le leggi, i cancelli dei CIE, con i bastoni delle ronde e con le sempre più frequenti aggressioni ad opera di gruppi neofascisti.
Sentiamo forte la necessità di non rimanere in silenzio in un clima generale di smobilitazione dei valori della Resistenza, dei diritti fondamentali dell’uomo e delle stesse basi della convivenza civile. Vogliamo ri-affermare nella società che la casa, la salute, la cultura, l’ambiente, la dignità nel lavoro, sono diritti di TUTTI e di TUTTE senza distinzioni di sesso, di religione o di nazionalità.
Pensiamo che delegare il progresso politico, sociale e culturale della nostra realtà sia un grossolano errore. L’autodeterminazione rappresenta per noi uno strumento privilegiato da cui partire per ricostruire una sensibilità comune forte, capace di indignarsi di fronte alla prepotenza, l'esclusione, l'ingiustizia.
Per questo, invitiamo fin da ora singoli, gruppi, associazioni e movimenti a collaborare alla costruzione di questo festival sociale. Un grande momento di condivisione per socializzare percorsi, condividere e confrontare idee, proposte e risorse; l’occasione per sperimentare nuovi linguaggi e ridisegnare immaginari collettivi; per stimolare la nascita di nuove relazioni e dotarci di una “scatola degli attrezzi” per analizzare e agire nei confronti del fascismo che minaccia il nostro tempo.
I 5 gg del festival saranno attraversati da tavoli di discussione tematici, seminari, workshop tecnici, presentazioni di libri, video, progetti, concerti e spettacoli teatrali, rassegne di fumetti e mostre fotografiche, e quant’altro riusciremo a costruire grazie agli stimoli e alla disponibilità di coloro i quali vorranno contribuire alla sua realizzazione. Vogliamo sperimentare un metodo nuovo già nella costruzione dell’evento, decentrato e partecipato, aperto ai contributi di quanti si riconoscono nella cultura e nei valori dell’Antifascismo.
La centralità dell’iniziativa sarà data ai diversi contenuti, espressione di una cultura che amiamo definire antifascista, che affonda le sue radici nei concetti di giustizia, eguaglianza e solidarietà.

Per contatti e adesioni: info@fest-antifa.net

CHIUDERE IL CONTO IN BANCA?




Chiudere il conto in banca? Vi chiederete perchè!
Prima domanda da porsi:" Di chi è la BANCA D'ITALIA"?
La risposta più ovvia è:" La BANCA D'ITALIA è dello stato italiano!"
Non è così, la BANCA D'ITALIA è un ente privato anticostituzionale che non rispetta neanche il suo statuto ed è di proprietà, in varia percentuale, delle banche private in cui noi abbiamo conti correnti e depositi, proprio così: BANCA INTESA, SAN PAOLO, UNICREDIT, MEDIOBANCA, UBI BANCA e via discorrendo.
L'ente statale preposto al controllo dell'operato delle banche è proprietà delle banche stesse, i controllati sono i controllori, questa di gran lunga è già una grossa motivazione per cessare i rapporti che quotidianamente teniamo con le banche.
Nella rete si procede ad una forte lotta contro la nostra classe politica, ma essi non sono altro che fantocci nelle mani delle lobbies bancarie e creditizie che agiscono nell'ombra e che manovrano tutto il denaro a livello Italiano, Europeo, Americano e Mondiale.
Cerchiamo qui di capire cosa è per noi una banca e quali sono i servizi indispensabili che ci mette a disposizione.
Partiamo nel percorso che ci porta ad essere clienti di una banca:
APERTURA CONTO CORRENTE BANCARIO.
Qui cominciano i nostri guai, molti di noi purtroppo troppi non si sono mai soffermati a leggere attentamente il contratto che ci viene sottoposto e che regolerà tutti i nostri rapporti che in futuro terremo con il nostro istituto bancario, niente e ripeto niente di quanto riportato nel contratto volge a nostro favore, è un documento totalmente sbilanciato a favore dell'ente col quale stiamo intraprendendo un rapporto di collaborazione, un contratto capestro che ci mette da subito con le spalle al muro, aprite gli occhi chi vi obbliga a firmare un contratto che in ogni sua clausola prevede che loro hanno ragione e voi torto? Questa è pura follia! E in più la doppia firma confirmatoria di varie clausole fa sì che il contratto sia inoppugnabile in tutte le sedi della pubblica amministrazione e sicurezza, perchè vale a dire che Voi avete letto e riletto ciò che avete firmato.
VERSAMENTI
Noi prestiamo i nostri soldi alle banche che da quel momento possono gestirli come meglio credono senza chiedercene conto, sembra una follia ma è così e cosa ancor più grave a noi sui soldi versati danno un interesse lordo pari a 2%, la banca presta questi nostri soldi alle imprese o ad altri cittadini con varie forme di credito (finanziarie) con interessi variabili dal 14% al 24%. Vale a dire che a noi sui nostri soldi non danno niente e loro ci lucrano in media il 20%... creativo vero?
Così succede sugli assegni bancari che con il giochetto dei giorni di valuta che gli permatte di gestire gli importi degli assegni anche per 15 gg. e le carte di credito che venduteci come una gran comodità per noi non fanno altro che far lievitare i costi della merce acquistata del 4% che sono i costi che il commerciante paga alla banca per il servizio e che certo il commerciante caricherà sui prodotti venduti, inoltre il conto corrente bancario non è gratuito ci costa in media 1.000,00 €. all'anno.
Quindi a fronte di tutto questo riflettete bene e fatevi una domanda:
MA ESISTE UN VANTAGGIO PER VOI NELL' AVER APERTO UN CONTO CORRENTE BANCARIO?

sabato 28 marzo 2009

Napoli, Provocazione dei neofascisti al corteo, la polizia esplode un colpo di pistola!


Scritto da Onda Anomala Napoli
giovedì 26 marzo 2009


Oggi 26 marzo 2009 si è svolta la giornata antifascista convocata ed organizzata dagli studenti napoletani e altre realtà di movimento. Fin dal mattino abbiamo organizzato mostre, volantinaggi e interruzioni dei corsi per denunciare il tentativo da parte di organizzazioni neofasciste di infiltrarsi e prendere spazio e agibilità politica nelle nostre facoltà. La forte partecipazione alle mobilitazioni di questi giorni e al presidio di stamattina ha permesso di tenere lontano la feccia neofascista che anche in questa occasione si è presentata armata con l'intento di impedire lo svolgimento delle iniziative in programma nella giornata. Infatti l'episodio di oggi è solo l'ultima di una serie di azioni di lotta. La prima di queste ha avuto luogo mercoledì 18 marzo, quando i neofascisti di Blocco Studentesco ( organizzazione neofascista legata a Casapound) armati di coltelli e spranghe ,mentre volantinavano per l'iniziativa (autorizzata dal preside di Giurisprudenza) che si sarebbe dovuta tenere il 26 marzo, hanno tentato di impedire l'ingresso degli studenti nella facoltà di giurisprudenza. Il giorno seguente ,nello stesso luogo, si è tenuto un presidio durante il quale attraverso un volantinaggio sono stati denunciati i fatti del giorno precedente. Il 24 marzo si è tenuta un'assemblea antifascista alla quale hanno partecipato centinaia di studenti e varie realtà di movimento. Grazie a tutte queste pressioni, l'autorizzazione è stata revocata,ma abbiamo sentito comunque l'esigenza di rimarcare ,attraverso la giornata di oggi, come l'antifascismo fa e farà sempre parte della nostra lotta contro le politiche repressive di questo e qualsiasi governo. La giornata si è conclusa con un corteo, partito da via marina, fino a palazzo Giusso dove si è tenuta un'assemblea.In concomitanza con il nostro presidio, ad Acerra si svolgeva la protesta contro l'apertura dell'inceneritore e molti degli studenti che erano lì presenti stavano tornando verso l'Università, mentre altri studenti universitari preoccupati gli andavano incontro.

Nella stazione di piazza Garibaldi hanno avuto la brutta sorpresa di incontrare di nuovo gruppi di squadristi armati di cinte. Probabilmente non erano napoletani o avevano saputo in piazza che stavano tornando studenti col treno. Ci sono stati perciò momenti di tensione. Ma la cosa più grave è successa fuori la stazione. Lì infatti è arrivata una macchina della polizia. Era una situazione in cui non stava accadendo nente, c'erano solo studenti del movimento fuori la stazione. I poliziotti sono scesi dalla macchina è hanno immediatamente esploso un colpo di pistola (e non con il braccio teso in alto)!! E' stato un gesto inquietante, immotivato, irresponsabile e pericoloso. Sul fatto che non ci fosse nessun presupposto per quel gesto in quel momento ci sono decine di testimonianze di studenti e studentesse che erano lì e di cittadini che erano nella piazza. A questo gesto sono seguiti naturalmente nuovi momenti di tensione. Ma non è affatto vero, come già leggiamo su una serie di siti, che lo sparo sia stato conseguenza ad un'aggressione alla volante o a una rissa in corso in quel momento! Ripetiamo, ci sono decine di testimoni oculari. Questo episodio è ulteriore riprova del clima di repressione che viviamo quotidianamente.



Antifascisti e antifasciste di Napoli

Onda Studentesca Napoletana

Reti dei Collettivi universitari

Le ricadute della crisi: cronache di lotta e resistenza dall'Europa precariato sociale


Le ricadute della crisi: cronache di lotta e resistenza dall'Europa
precariato sociale


La crisi si fa sentire sul piano europeo dove l'incapacità di un ceto politico e imprenditoriale di predisporre contro-misure all'altezza (aldilà di un mero governo dell'esistente) sfocia in tentativi di addomestimento sociale di basso cabotaggio e nell'erosione ancora maggiore dei pochi diritti rimasti. Una crisi che comincia ad affondare i denti, mandando in fibrillazione governi e scatenando le prime reazioni di quanti vengono individuati dall'alto come "paganti della crisi"... ma il programma comune di molti (per quanto non ricomposto) resta quello dell'Onda autunnale: "Noi la crisi non la paghiamo!"

La rabbia operaia in Francia



E' sicuramente la Francia il paese europeo che sta riscontrando la reazione "più rumorosa" da parte di tutti quei soggetti che non voglion pagare i costi di una crisi prodotta da un sistema che ora vuol scaricare, ancora una volta, le perdite verso il basso.

Ieri pomeriggio gli operai della fabbrica 3M di Pithiviers hanno seguito l'esempio (di qualche settimana fà) arrivato dai colleghi della Sony : hanno obbligato il direttore dell'azienda, Luc Rousselet, a passare la notte nel suo ufficio, mettendolo di fronte alle sue responsabilità per ciò che riguarda la sorte della casa farmaceutica, visto che sono previsti 110 licenziamenti entro settembre. "E' l'ultima cartuccia che abbiamo" hanno dichiarato gli operai della fabbrica. Il direttore è stato liberato questa mattina.

Sempre ieri un'altra iniziativa contro la crisi si è data sul territorio transalpino: oltre 700 operai della Continental di Clairoix hanno manifestato a Parigi, dirigendosi verso l'Eliseo, dove hanno ottenuto di potersi incontrare con il consigliere del presidente Nicolas Sarkozy. Sono usciti delusi dall'incontro, vista la mancanza di garanzie trovata dalla sponda governativa: la Continental è destinata alla chiusura entro il 2010, 780 i licenziamenti annunciati. "Chi semina miseria raccoglie la collera", questo la scritta con la quale gli operai dell'azienda tedesca hanno attraversato lo sciopero generale del 19 marzo scorso.

Infine, sempre per ciò che riguarda la crisi francese, un'altra ricaduta (drammatica) si è avuta a Chauvigny: Philippe Widdershoven, 56 anni, delegato Cgt e direttore informatico di una fabbrica di porcellane di Chauvigny, si è suicidato, annegandosi in uno stagno. Ha lasciato una lettera nella sede della Cgt locale, chiedendo che il suo suicidio venga considerato un incidente sul lavoro. La fabbrica, che mette a lavoro 130 persone, aveva licenziato 84 persone nel dicembre scorso e tuttora sono forti le pressioni che incombono sui lavoratori.

A febbraio il numero di disoccupati in Francia è cresciuto di 80mila unità, ciò fà seguito a un aumento della disoccupazione di 87mila persone a gennaio. Se i calcoli dell'oggi venissero rispettati a fine del 2009 in Francia i disoccupati arriveranno alla cifra di 1 milione. In conclusione, è da segnalare come gli operai e le operaie in mobilitazione per la difesa dei posti di lavoro abbiano ben individuato il primo e diretto antagonista contro cui combattere: il padrone di fabbrica.

* Ascolta il commento dalla Francia con Enrico Riboni


Scozia, attacco ad un "produttore di crisi"

Ignoti sono penetrati la scorsa notte nella lussuosa abitazione di Sir Fred Goodwin, ex direttore generale della Royal Bank of Scotland, beneficiario di una pensione d'oro da 700 mila sterline all'anno. Goodwin ha lasciato la RBS lo scorso ottobre dopo avere portato la storica banca sull'orlo del collasso, con l'annuncio di 2300 licenziamenti. Per salvarla dal fallimento lo stato ha sborsato 20 miliardi di sterline, diventandone così il maggiore azionista. Gli "intrusi" hanno rotto 3 finestre del piano terra della casa e i finestrini dell'auto del manager.

Roma, la disperazione da crisi

Un fatto di cronaca collegato al piano di crisi presente anche nel nostro paese si è avuto ieri a Roma, in piazza del Campidoglio. Un uomo, Vincenzo, 39 anni, si è dato fuoco per protesta e disperazione. E' stato portato in ospedale, non è in pericolo di vita. vincenzo è disoccupato da 6 mesi, dopo aver lavorato presso un panificio romano; è sposato ed ha un bimbo piccolo da mantenere. Vive in una casa popolare di Ponte di Nona, non riceve neanche il sussidio di disoccupazione perché il datore di lavoro che lo ha licenziato non aveva versato correttamente i contributi.

venerdì 27 marzo 2009

LA CRISI LA PAGHINO BANCHIERI, PADRONI, EVASORI

GARANTIRE LAVORO, REDDITO, PENSIONI, CASA, SERVIZI PUBBLICI E BENI COMUNI

SABATO 28 MARZO 2009
ROMA P.za Repubblica ore 14,30

MANIFESTAZIONE NAZIONALE

In occasione della riunione dei Ministri del Welfare del G14 che si terrà a Roma dal 28 al 31 marzo 2009 il PATTO DI BASE, assieme a tutte le forze sociali e di movimento che si battono per non pagare la crisi, ha organizzato una grande manifestazione nazionale.
Sono migliaia le aziende che chiudono e centinaia di migliaia i licenziamenti, ma il governo foraggia, con i soldi di tutti i cittadini, banchieri e bancarottieri che sono i veri responsabili della più grande crisi economica del dopoguerra.
I lavoratori sono lasciati in balia della crisi, i contratti non vengono rinnovati, la cassa integrazione copre in minima parte, e solo per alcuni, la perdita di salario, centinaia di migliaia di precari vengono mandati a casa senza alcun reddito, si vorrebbe rimettere mano alle pensioni e portare l’età pensionabile delle donne a 65 anni, crescono gli sfratti, si fomenta il razzismo contro gli immigrati e per impedire che i lavoratori e i cittadini si organizzino per difendere salario e diritti, il Governo vorrebbe vietare gli scioperi e le manifestazioni conflittuali

DIFENDIAMO OGNI POSTO DI LAVORO E IL DIRITTO DI SCIOPERO

MOBILITIAMOCI A SOSTEGNO DELLA PIATTAFORMA DEL PATTO DI BASE:

* Blocco dei licenziamenti
* Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario
* Aumenti consistenti di salari e pensioni, reddito minimo garantito per chi non ha lavoro
* Aggancio dei salari e pensioni al reale costo della vita
* Cassa integrazione almeno all’80% del salario per tutti i lavoratori/trici, precari compresi, continuità del reddito per i lavoratori “atipici”, con mantenimento del permesso di soggiorno per gli immigrati/e
* Nuova occupazione mediante un Piano straordinario per lo sviluppo di energie rinnovabili ed ecocompatibili, promuovendo il risparmio energetico e il riassetto idrogeologico del territorio, rifiutando il nucleare e diminuendo le emissioni di CO2
* Piano di massicci investimenti per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e delle scuole, sanzioni penali per gli omicidi sul lavoro e gli infortuni gravi
* Assunzione a tempo indeterminato dei precari e re-internalizzazione dei servizi
* Piano straordinario di investimenti pubblici per il reperimento di un milione di alloggi popolari, tramite utilizzo di case sfitte e mediante recupero, ristrutturazione e requisizioni del patrimonio immobiliare esistente; blocco degli sfratti, canone sociale per i bassi redditi
* Diritto di uscita immediata per gli iscritti/e ai fondi-pensione chiusi.
* Difesa del diritto di sciopero.

CUB – CONFEDERAZIONE COBAS – SdL Intercategoriale

È stato prenotato un pulman che partirà da Terni dall'entrata della superstrada di San Carlo. Per prenotare inviate una mail a "francoppoli@yahoo.it" oppure chiamate il numero: 328 6536553

giovedì 26 marzo 2009

Racconti shock dei soldati israeliani "Così a Gaza abbiamo ucciso civili"


GERUSALEMME - Eccoli i racconti di guerra, l'ultima, combattuta per tre settimane nella Striscia di Gaza. Racconti che non si vorrebbero mai sentire. Perché non soltanto non c'è niente di eroico, ma c'è molto di raccapricciante e di moralmente rivoltante, in un tiratore scelto che spara su una madre e i suoi due bambini che hanno sbagliato strada, perché così vogliono le regole d'ingaggio, o in un soldato che fa fuoco su una vecchia che cammina smarrita, o su altri giovani in divisa che abusano della loro forza per danneggiare, deturpare, offendere una popolazione civile palestinese che, in fin dei conti, viene considerata tutt'uno con il nemico combattente.

Questo e molto altro ancora lo si è appreso non dalla propaganda palestinese, ma dai racconti dei diretti interessati, decine di allievi dell'accademia Yitzhak Rabin, convenuti lo scorso 13 febbraio per discutere le loro esperienze nell'ambito dell'Operazione "Piombo fuso". Racconti duri, pesanti come macigni, capaci creare molto imbarazzo ai vertici delle forze armate. Al punto che il procuratore militare, quasi a voler bilanciare l'inevitabile scalpore con un gesto rassicurante, ha deciso di rendere pubblica la decisione di aprire un'inchiesta.

È stato Haaretz a svelare i contenuti di quella riunione. Ma il merito di aver fatto scattare l'allarme su tutto ciò che queste testimonianze implicano, va al direttore del programma pre-militare dell'accademia, Danny Zamir, che, sentiti i resoconti fatti dai giovani ma già esperti allievi, s'è rivolto direttamente al Capo di Stato maggiore, Gaby Ashkenazy.

"C'era un casa con dentro una famiglia - ricorda il comandante di una piccola unità di fanteria - . Ordinammo alla famiglia di stare tutti in una stanza. Poi ce ne andammo e arrivò un nuovo plotone. Dopo alcuni giorni venne l'ordine di rilasciare la famiglia. Avevamo messo un tiratore scelto sul tetto. Il comandante rilasciò la famiglia, dicendo loro di andare verso destra, ma dimenticò di avvertire il tiratore scelto che quella gente veniva liberata e che era tutto ok, e non avrebbe dovuto sparare". Anziché a destra, la madre coi due figli prende a sinistra. Il cecchino li vede avvicinarsi alla linea che, secondo quanto gli era stato detto, nessuno avrebbe dovuto oltrepassare. Così "ha sparato subito, uccidendoli".

"Non credo - continua la testimonianza - che si sia sentito troppo male. L'atmosfera generale, da quello che ho capito parlando coi miei uomini, era, come dire, che le vite dei palestinesi sono molto, molto meno importanti delle vite dei nostri soldati".

Regole d'ingaggio assai elastiche, "disprezzo sfrenato", culto della forza fisica, il pregiudizio che "i palestinesi sono tutti terroristi", questa la miscela esplosiva che ha portato agli eccessi che le organizzazioni umanitarie hanno denunciato come crimini di guerra. Un'accusa che Israele ha respinto, ribattendo che le perdite tra i civili palestinesi sono state causate dal fatto che i miliziani di Hamas si facevano scudo della popolazione che affolla i centri abitati, nel cuore dei quali, però, l'esercito israeliano non ha esitato ad adoperare una potenza devastante.

Qui tuttavia non si parla né di bombe al fosforo né di altri micidiali ordigni sconosciuti. Si parla, per quanto possa sembrare fuori logo trattandosi di una guerra, di morale. Non è un caso che il ministro della Difesa, Ehud Barak, si sia precipitato a ribadire che l'esercito israeliano "è la forza armata più morale che esista al mondo". Aggiungendo che, al massimo, quelli da chiarire sono "episodi individuali".

Non la pensano così, invece, i protagonisti dei racconti. A parte alcuni casi di fuoco senza avvertimento contro civili, un comandante descrive alcuni episodi di vandalismo. "Scrivere "morte agli arabi" sui muri (delle case occupate), prendere le foto di famiglia e sputare su di esse soltanto perché lo puoi fare, credo che questa sia la cosa più importante per capire quanto le forze armate israeliane siano precipitate sul piano della morale".

(20 marzo 2009)

Mario Borghezio: "Il regionalismo è solo una copertura. Noi siamo sempre i fascisti di un tempo" ·

martedì 17 marzo 2009
Mario Borghezio: "Il regionalismo è solo una copertura. Noi siamo sempre i fascisti di un tempo"

Una video inchiesta francese smaschera il leader del Carroccio


Non è stato abbastanza scaltro, questa volta, Mario Borghezio. Ospite del movimento francese Nissa Rebela (ovvero di quel Philippe Vardon che la giustizia d’Oltralpe ha già riconosciuto colpevole non solo di islamofobia ma, anche, di ricostituzione di partito fascista) non s’è accorto di come la telecamera che lo riprendeva durante il suo intervento inneggiante al solito “Padroni a casa nostra” abbia continuato a seguirlo anche successivamente, quando, allontanatosi dalla sala ed appartatosi con alcuni esponenti della destra identitaria nizzarda, s’è messo, sottovoce, a suggerire agli amici francesi la strategia da seguire al fine di poter uscire dall’isolamento politico.

Queste le sue parole:

“Occorre insistere molto sul lato regionalista del movimento. E’ un buon modo per non essere considerati immediatamente fascisti nostalgici, bensì come una nuova forza regionalista, cattolica, eccetera eccetera… ma, dietro tutto ciò, siamo sempre gli stessi”.

Ovviamente, onde tutelare l'onorabilità delle proprie battaglie, la Lega Nord (che non è un partito fascista, che al di là del federalismo e della sicurezza non persegue secondi fini, e che quando legifera contro i migranti lo fa per tutelare i migranti stessi) senza esitazione provvederà ad espellere dal partito l’eurodeputato Mario Borghezio...

Il video fa parte di un’inchiesta (“Ascenseur pour les fachos”) dedicata al montare dell’estrema destra in tutta Europa, trasmessa venerdì sera dal francese Canal Plus. Dall’Ungheria alla Svezia, passando per la Francia e la Germania, il reportage è un inquietante viaggio in quella galassia neofascista e neonazista che, ovunque, guadagna terreno. Per buona parte, però, il documentario si focalizza sull’Italia. Perché solo in Italia quelle formazioni della destra radicale che, altrove, sono tenute a debita distanza dai grandi partiti di governo, possono vantare -tutti insieme- ministeri, scranni parlamentari e amministrazioni comunali.

“E’ caduto un tabù, in Italia”, dice la voce narrante: “quello del fascismo”. E non si tratta solo di CasaPound che, tramite la sua organizzazione giovanile, il Blocco Studentesco, davanti alle scuole distribuisce volantini dagli equivoci contenuti senza che nessuno dica nulla, bensì -più in generale- di una sorta di acquiescenza ad un clima fatto di ordinarietà che tende a legittimare il fascismo, dandogli una parvenza di normalità.

Nelle immagini non ci sono solo il premier Berlusconi che minimizza gli orrori del Ventennio (“Mussolini non ha mai ucciso nessuno – ha giusto mandato qualcuno in vacanza”) o gruppi di suoi sostenitori che a lui inneggiano acclamandolo come nuovo duce. Ci sono anche due sindaci esemplari: Flavio Tosi e Gianni Alemanno. Il primo viene mostrato alla testa di un corteo organizzato da Forza Nuova e Fronte Veneto Skinheads, a braccetto con Andrea Maggioranzi, consigliere comunale che del Fronte Veneto è stato leader. Di Alemanno, invece, viene presentata una foto inedita che lo ritrae al funerale del suo “consulente personale”, Peppe Dimitri, uno dei fondatori di Terza Posizione e dei Nuclei Armati Rivoluzionari. L’attuale sindaco di Roma, circondato da braccia tese, porta in spalla il feretro, a pochi passi dal saluto romano di Gabriele Adinolfi, protagonista di spicco degli anni di piombo condannato per appartenenza ad organizzazioni terroristiche (ancora Terza Posizione e Nuclei Armati Rivoluzionari).

Certo, tutti possono cambiare idea. E chi è stato fascista può, col tempo, redimersi. Queste immagini, però, non risalgono al secolo scorso, bensì ad appena un paio di anni fa.

Daniele Sensi

http://danielesensi.blogspot.com/

Vergogonosa manifestazione fascista a Roma


Casa Pound, slogan choc contro i disabili
Dall'estrema destra slogan choc contro i disabili. E' successo alla Festa della Primavera organizzata nella sua sede di via della Farnesina, nel XX municipio, dalla cooperativa Effetto Natura. Una festa per le famiglie dei ragazzi disabili e non
di Rori Cappelli
Appena lo vede e capisce quello che c´è scritto sopra Davide si mette a piangere. Si guarda intorno: tra i suoi amici facce smarrite, espressioni incredule. E laggiù, sotto quello striscione su cui è scritto "Travestiti da disabili, ma con le pance piene, siete sempre e solo iene", indifferenza e tracotanza. Piange. E tra le lacrime dice: «Io non sono travestito da disabile. Io sono Down».

È successo sabato, alla Festa della Primavera organizzata nella sua sede di via della Farnesina, nel XX municipio, dalla cooperativa Effetto Natura. Una festa per le famiglie dei ragazzi disabili e non che in questi mesi hanno lavorato insieme: erano più di 300 con le loro famiglie e i loro amici. Stavano tutti percorrendo il Sentiero delle Stelle o il Giardino delle Farfalle, i due progetti realizzati insieme, quand´ecco che sono arrivati: 20 persone di Casa Pound e del Blocco Studentesco. Hanno innalzato il loro striscione mentre noi scout, racconta Virgilio, «ci siamo messi intorno all´ingresso. Alcuni di quei ragazzi, infatti, sono noti nel quartiere: teste calde, pronti a menare le mani».

Andrea Antonini, consigliere de La Destra del XX municipio e coordinatore regionale di Casa Pound Italia, ha poi spiegato che la protesta è nata per la «finta inaugurazione di un centro disabili», che la giunta Veltroni, «per il tramite della sua delegata alla disabilità, Ileana Argentin» ha voluto assegnando «uno dei pochi spazi pubblici del XX Municipio», «non si sa bene su quali basi», visto che da quando ha inaugurato (ottobre 2008) non ha fatto «un solo giorno di attività finalizzata all´accoglienza dei disabili».
«Usare questo atteggiamento demagogico e presentarsi in quel modo davanti a ragazzi con sofferenze vere è una vergogna» ha detto Ileana Argentin. «Un atteggiamento che esprime solo arretratezza culturale e assoluta mancanza di solidarietà». Flavia Caruso, ideatrice della cooperativa (e madre di un ragazzo Down di 15 anni), nonché naturalista e responsabile dei progetti di educazione e formazione ambientale dell´ufficio scolastico regionale del Lazio, ha poi spiegato che «quando individuammo questo terreno era in completo stato di abbandono. C´era un capannone ricoperto di eternit (amianto) e per il resto l´area era un vero immondezzaio. Era il 2005. Alla fine siamo entrati nell´ottobre dello scorso anno, pochi mesi fa. Non abbiamo finanziamenti, si regge tutto sul volontariato. Tra i soci» continua la Caruso, «ci sono anche disabili. Il nostro obiettivo è l´integrazione: far lavorare insieme disabili e non. Come è successo con il Sentiero delle Stelle, realizzato da scout e Down».

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Redazione Periodico "Alternativamente"

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